BACKSTAGE

PERFORMERS

La poetica del movimento necessita di corpi affini  che condividano lo stesso mistero e soprattutto qualcosa della stessa necessità di autenticità e  presenza.
Io provengo dal mare, della  danza e dalla coreografia.
Mi muovo nell’arte  contemporanea danzando verso il fruitore e nello specifico dell’arte relazionale e partecipata attraverso il corpo.
Le mie installazioni sono delle opere fisiche in cui si esperisce qualcosa d’un movimento primitivo dimenticato.  Per “Experience collection”, una collezione numerata di opere relazionali, un team di artisti affini di volta in volta diverso è riunito  per formare un gruppo di  “Angels” che dispiegano il concept dell’experience in una  serie di azioni disegnate.

Per San Severo al Pendino a Napoli ho ideato CARE, uno spazio di presenza e di cura  che contiene al suo interno un dispositivo in cui si dispiega  il corpo che cura. L’azione è affidata alla presenza costante di corpi in una coreografia di gesti nel tempo lungo della giornata e dei 15 giorni.
Andreana, Christian, DISCOllettivo, Chiara, Silvia, Alessandra:
sono loro lo specchio in cui si guarderanno i fruitori.
Sono artisti incontrati nel tempo lungo della pratica corporea, tra performance, workshop, bar e follie. Una comunità di corpi poetici e mistici con cui condivido frammenti d’un puzzle che continuamente cambia immagine: il corpo.

Io sono tu.

Grazie grazie grazie Angels !

VISUAL 

La ricerca visiva e le fotografie stampate su tessuto nascono dalla necessità e dal desiderio di testimoniare del restauro della chiesa che fu spogliata dai suoi marmi e poi rivestita.
Il lavoro sul site specific è stato quello di testimoniare in maniera dettagliata dei  frammenti di marmi immortalando  il movimento delle venature in una serie di circa 300 fotografie.
Ho chiesto ad Ilaria D’Atri con la sua immensa sensibilità, di realizzare questi scatti, che sono tutti diversi. Il mio desiderio è quello di  restituire all’architettura la stessa attenzione che opero sul  corpo: ossa, arti, tendini, vasi, organi. 
Da questo lavoro ho realizzato i Marmetti, una serie di  286 fotografie  divise in 4 tavole divise per 4 cromie (rosso, giallo, verde e rosa) stampate su cotone 30×30 cm come dei fazzoletti. Ogni fazzoletto serve un corpo. Il corpo dello spettatore è  unico e individuale. 
La testa e le mani sono avvolte dai fazzoletti che vengono cambiati di volta in volta per ogni  desopizione. In essi si sedimentà il peso del corpo, restituendo al tessuto il suo antico valore di reliquia.

Per San Severo al Pendino ho voluto un portale per significare l’attraversamento della soglia della chiesa solitamente spalancata. Portale si presenta come una grande tenda stampata di 3 x 3,45 m.

C’è poi il lavoro realizzato in studio per trovare l’immagine del portale e della comunicazione ufficiale: una sessione di scatti realizzati al puntozerovaleriaapicella con l’aiuto di Cyril Béghin: sovrapposizione di lenzuola e corpo, immersione del corpo in nuvole di fumo, alla ricerca dell’immagine di CARE tra coperte, cuscini e raggi di luce.
Il diaporama che segue ripercorre gli spunti indagati, la proiezione gigante sul corpo dei marmi della chiesa, la sovrapposizione di lenzuola e corpo, e l’immersione del corpo in nuvole di fumo, alla ricerca dell’immagine di CARE tra coperte, cuscini e raggi di luce.

SUONO

“CARE è ascolto di sè, dell’altro e di quel mondo di suoni che ci abita e circonda in ogni istante.”

Avevo il desiderio di introdurre lo spettatore dentro un universo esperenziale. Ma uno spettatore che entra in uno spazio non è sempre cosi disposto a partecipare, a mettersi in gioco. Come fare per creare delle pre-esperienze che mettano in fiducia il corpo per poi lasciarsi andare?
Durante la creazione di CARE, ho iniziato a registrare, in una sorta di body recording, le sensazioni che emergevano dal mio corpo mentre sperimentavo la deposizione attraverso la postura del morto. C’era in questa ricerca una dimensione sonora dell’underworld (“sottomóndo”) da indagare.
Sono entrata in dialogo con un’artista sonora che stimo moltissimo, Vittoria Assembri e con lei ho deciso di spingere oltre la ricerca iniziata. Creare un “undersound” che permetta al fruitore di immergersi, a mezzo del dispositivo Silent (cuffie senza filo), in una dimensione sonora individuale e collettiva.
Vittoria ed io creiamo in dialogo un frammento sonoro di CARE in forma di due tracce. Una traccia viaggia con lo spettatore liberamente, accompagnandolo ai primi passi nella chiesa; la seconda traccia si affianca alla video-installazione I dormienti dietro l’altare . C’è una sensazione che ci sfugge costantemente: il corpo immerso nel sonno compartecipa del movimento del mondo. “Eppur ferma la vita si muove.”

Undersound di Vittoria Assembri e Valeria Apicella è realizzato con le testimonianze di: Nadia Carlomagno, Andreana Notaro, Alexander David Smith, Aicha Traore, DISCOllettivo, Cyril Béghin, Valeria Apicella.

GRAFICA

La linea grafica del progetto è stata condivisa con lo studio Lieneman di Linus Bonduelle, artista e graphic designer di Rotterdam. Linus incontra il nostro lavoro nel 2022 con il progetto Word Body Art (serie di interviste ad artisti internazionali sul loro rapporto al corpo) e da allora collabora con il puntozerovaleriaapicella su progetti specifici.
Per CARE è lui che cura la creazione grafica del sito web, del logo e degli elementi di comunicazione. Nel dialogo è emersa l’idea d’un filo di cotone come elemento fondante dalla stoffa che agiamo nell’opera. Il filo di cotone disegna il logo dell’installazione.

Il team di comunicazione si completa con Tamara Vecchione e Serena Ricci
Serena Ricci collabora da anni con il puntozerovaleriaapicella. Cura per CARE i social e la comunicazione instituzionale. Tamara Vecchione segue l’opera durante la sua permanenza nella chiesa per realizzarne i contenuti social e affianca Linus nella costruzione del sito web. Linus e Tamara hanno realizzato il sito di CARE immaginando di restituirne il lavoro di creazione con momenti di backstage, ma anche in forma di diario bordo.

ACCOGLIENZA 

Aicha Traore e Alexander David Smith sono le figure più giovani di CARE. Sono loro che investono il ruolo di accoglienza e gestione del pubblico durante i 15 giorni dell’installazione. La loro presenza è una chiamata alle future generazioni affinché possiamo condividere con loro il valore della cura e dell’ascolto e restituirlo con forza ed entusiasmo.